La mostra presenta 46 lavori, provenienti dai maggiori musei americani e francesi (come la National Gallery of Art di Washington e il Centre Pompidou) e da collezioni private francesi, oltre che ovviamente dalla Joan Mitchell Foundation di New York .
L’opera di Joan Mitchell può essere considerata un ponte tra la pittura americana e quella europea, grazie all'influenza artistica subita dalla pittrice nei sui soggiorni newyorkesi prima e parigini poi, che hanno reso la Mitchell creatrice di una pittura che rivisita le esperienze di Van Gogh e di Monet, e che riesce a trasmettere, attraverso colori squillanti, le emozioni provate di fronte alla natura (campi, giardini, alberi, fiori) e i sentimenti suscitati in lei da alcune vicende della sua vita.
A Joan Mitchell sono state dedicate, dopo la morte, alcune importanti retrospettive, come quelle al Musée des Beaux-Arts di Nantes e al Jeu de Paume di Parigi nel 1994, e al Whitney Museum of American Art di New York nel 2002. In Italia, l'opera di Joan Mitchell non viene presentata da cinquant'anni: la sua stagione espositiva in Italia è stata molto breve, e tutta circoscritta tra la fine degli anni Cinquanta (nel 1958 alla Biennale di Venezia, dove espose due opere nella sezione "Giovani artisti italiani e stranieri", al Festival dei Due Mondi di Spoleto nello stesso anno e nel 1959 le fu dedicata una mostra al Circolo degli Artisti di Torino) e i primi anni Sessanta ( nel 1960 la Galleria dell'Ariete di Milano che ospitò una mostra personale).
L’iniziativa reggiana è la seconda tappa di un percorso espositivo che, iniziato alla Kunsthalle di Emden (Germania), proseguirà dal 23 agosto al 31 ottobre 2009, al Musée des Impressionismes Giverny (Francia).
fino al 19 luglio 2009
da martedì a domenica, 10.00-13.00, 15.30-19.00
lunedì chiuso
per info: 0522.454437
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